Onorevoli Colleghi! - Dopo tredici anni dall'approvazione della prima legge istitutiva dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente - ANPA (decreto-legge n. 496 del 1993, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 61 del 1994) e dopo che le regioni e le province autonome hanno reso completo il previsto panorama di agenzie ambientali, il sistema delle agenzie conclude di fatto la fase transitoria, quella costitutiva e di avvio operativo, e inizia la fase di consolidamento e ottimizzazione programmatico-operazionale.
      Risulta del tutto naturale allora porre un punto di riflessione politica rispetto all'esperienza passata, ma soprattutto rispetto a quella futura. È una realtà che ha visto un sistema alquanto disomogeneo al suo interno: un sistema a diverse velocità.
      Le ragioni di ciò vanno ricondotte alle diverse realtà politiche e culturali presenti nel territorio e che costituiscono di per sé un ulteriore elemento di riflessione.
      Quindi una rivisitazione del sistema sarebbe comunque nell'ordine delle cose, ma esistono anche altre ragioni che oggi rendono questa rivisitazione non un fatto di routine, ma una necessità urgente e non prorogabile.
      Sono ragioni dettate innanzitutto dalla situazione di obiettiva difficoltà in cui versa il sistema, pur tenendo conto delle diverse realtà al suo interno.
      Questo stato di cose collide drammaticamente con le necessità del nostro Paese e per certi versi è uno degli aspetti attraverso i quali oggi si manifesta il cosiddetto «declino».
      Un Paese che voglia guardare con fiducia al futuro non può esimersi dall'attuazione di una corretta ed efficace politica ambientale, la quale non può prescindere da un sistema di soggetti istituzionali,

 

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il sistema delle agenzie, autorevole dal punto di vista scientifico, autonomo rispetto alle diverse istanze burocratiche e indipendente rispetto ad interessi industriali e politici.
      Partendo da questi punti di vista si vede come in passato si sia andati nella direzione opposta quando, con il decreto legislativo n. 300 del 1999, si è trasformata di fatto l'ANPA in un dipartimento esterno del Ministero dell'ambiente.
      Questa situazione è stata colta dall'attuale Governo il quale, attraverso il decreto-legge n. 262 del 2006, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 286 del 2006 (articolo 2, comma 109), ha dato una parziale risposta al problema, restituendo personalità giuridica all'Agenzia nazionale.
      Ma l'attribuzione della personalità giuridica non risolve certo i problemi di fondo legati alla citata disciplina normativa (decreto legislativo n. 300 del 1999) e per questo motivo si rende necessaria una vera e propria riforma dell'Agenzia (nel frattempo trasformata in Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici - APAT) e più in generale del sistema delle agenzie ambientali.
      Una riforma che tenendo conto dell'esperienza passata ne sappia mantenere gli aspetti positivi, evitando il ripetersi di errori.
      Una riforma basata anche su una analisi aggiornata rispetto alle nuove istanze che si sono registrate in campo ambientale, lungimirante e ambiziosa nei suoi obiettivi.
      Si tratta di rilanciare il sistema delle agenzie ambientali affinché i controlli siano fatti meglio, in maniera più mirata, e affinché, promovendo contemporaneamente la qualità e la sicurezza e ambientali, si contribuisca anche al rilancio del sistema produttivo.
      In termini funzionali e pratici il nuovo sistema si propone come:

          un sistema a rete integrato e unitario attraverso il quale l'intervento di tutela ambientale sul territorio nazionale viene garantito in modo diffuso, omogeneo e puntuale;

          il «luogo» in cui convergono e si concentrano competenze, dati e informazioni attraverso cui soggetti pubblici e privati possano trovare il supporto necessario a qualificare dal punto di vista ambientale il proprio intervento nel settore di pertinenza;

          il «luogo» da cui possano scaturire indicazioni utili a definire le linee di sviluppo della ricerca in campo ambientale e nella difesa del suolo;

          lo «strumento» attraverso cui l'intervento in campo ambientale in Italia sia puntuale ed omogeneo nella qualità;

          il «luogo» in cui viene acquisito e reso disponibile il quadro completo dei dati ambientali;

          il «luogo» in cui viene acquisita e sviluppata la conoscenza scientifica in campo ambientale;

          il «luogo» nel quale la trasparenza è uno degli elementi essenziali del processo decisionale e in particolare del processo di definizione del piano programmatico;

          un «soggetto istituzionale» caratterizzato da chiarezza ed esclusività di ruolo e funzione.

      La proposta di legge si articola in particolare nella:

          istituzione di un Sistema nazionale delle agenzie ambientali composto dall'Agenzia nazionale e dalle agenzie regionali e provinciali, con un chiaro mandato: assicurare su tutto il territorio nazionale una definita, efficace, diffusa ed omogenea azione di prevenzione, controllo e monitoraggio dell'inquinamento ambientale e fornire un'azione di supporto tecnico alla pubblica amministrazione;

          riforma e riorganizzazione dell'Agenzia nazionale nell'ottica del superamento del decreto legislativo n. 300 del 1999, attraverso l'attribuzione della personalità giuridica, la ridefinizione del ruolo istituzionale e l'affermazione inequivocabile della sua caratterizzazione e natura tecnico-scientifica.

 

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      I princìpi ispiratori della proposta di legge sono:

          il federalismo come modello organizzativo complessivo;

          la terzietà rispetto al binomio pubblico-privato;

          la multireferenzialità nei confronti dei diversi soggetti istituzionali afferenti il campo dei controlli e della tutela dell'ambiente;

          l'autonomia scientifica, di gestione e di programma.

      Il Sistema nazionale è coordinato tecnicamente dall'Agenzia nazionale la quale svolge questo ruolo con il concorso delle agenzie territoriali essendo queste pariteticamente rappresentate nell'organo deputato alla gestione operativa del Sistema stesso (comitato esecutivo).
      Il Consiglio del sistema nazionale delle agenzie ambientali esprime il proprio parere obbligatorio sui programmi e sui piani di attività dell'Agenzia nazionale e su ogni atto d'interesse generale per il governo del Sistema nazionale delle agenzie ambientali e presiede di fatto lo sviluppo coordinato del Sistema stesso.
      Tra le funzioni svolte dal Sistema si distinguono quelle di rilievo nazionale per le quali vengono stabiliti i livelli essenziali di tutela ambientale (LETA) che le agenzie ambientali sono tenute a garantire nell'esercizio delle loro attività. La determinazione dei livelli essenziali tiene conto e si coordina con i livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA), di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni.
      Alcune attività del Sistema (attività istituzionali di natura essenziale) sono obbligatoriamente richieste alle agenzie da parte degli enti di amministrazione attiva. Altre attività istituzionali di natura non obbligatoria possono essere svolte dalle agenzie anche su richiesta degli enti di amministrazione attiva tramite specifiche convenzioni a titolo oneroso.
      Un nuovo e articolato sistema di finanziamento delle agenzie è stato predisposto al fine di superare le storiche limitazioni imposte dall'attuale sistema.
      L'Agenzia nazionale è persona giuridica di diritto pubblico a ordinamento autonomo, è dotata di autonomia tecnico-scientifica, regolamentare, organizzativa, gestionale, patrimoniale finanziaria e contabile.
      Sono organi dell'Agenzia:

          a) il presidente;

          b) il consiglio di amministrazione;

          c) il collegio dei revisori dei conti.

      Il consiglio di amministrazione dura in carica cinque anni e nomina, su proposta del presidente, il direttore generale.
      Il direttore generale dirige la struttura dell'Agenzia ed è responsabile dell'attuazione delle deliberazioni del consiglio di amministrazione.
      L'Agenzia nazionale, inoltre, attraverso il superamento del decreto legislativo n. 300 del 1999 e una ridefinizione del rapporto con il Ministero vigilante viene dotata di autonomia di gestione e di programmazione, ma allo stesso tempo vengono poste le condizioni per la massima trasparenza di gestione compatibile con i vincoli di riservatezza.
      Nel contesto dell'esercizio della multireferenzialità l'Agenzia nazionale si rapporta liberamente con i soggetti istituzionali, con le associazioni ambientaliste, le organizzazioni sindacali e le associazioni imprenditoriali di categoria.
      La caratterizzazione tecnico-scientifica dell'Agenzia viene definitivamente affermata con implicazioni nella futura collocazione nei comparti della pubblica contrattazione e nell'organizzazione del lavoro.
      Le attività dell'Agenzia vengono più puntualmente definite eliminando le ambiguità e le indeterminazioni presenti nelle vecchie leggi istitutive.
      Vengono riqualificati il ruolo di autorità di sicurezza nel campo nucleare e le funzioni concernenti il riassetto organizzativo e funzionale in materia di difesa del suolo e delle acque interne e marine.

 

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      La presente proposta di legge è il risultato di una iniziativa politica che, sviluppatasi nell'ambito dell'APAT due anni fa, ha interessato anche le espressioni nazionali di partiti, sindacati, associazioni e rappresentanze istituzionali.
      L'iniziativa politica si è concretizzata raccogliendo preoccupazioni, disagi, volontà e aspirazioni che si sono manifestate tra i lavoratori dell'APAT in questi anni.
      I lavoratori avevano infatti preso coscienza di due dati di fatto:

          lo stato di crisi e il trend al peggioramento dell'APAT;

          la necessità urgente per un rilancio e per la valorizzazione del ruolo dell'APAT e del Sistema delle agenzie ambientali nel suo complesso.

      Attraverso un confronto aperto tra i lavoratori sono state identificate le linee di sviluppo di un progetto politico di riordino del sistema dei controlli in Italia e in particolare dell'APAT.
      Tale progetto declina in un dettato legislativo, i concetti di autonomia, terzietà, multireferenzialità e federalismo quali caratteristiche essenziali per un rinnovato sistema istituzionale per i controlli ambientali.
      È un progetto di legge che raccoglie anche il contributo positivo di personalità politiche, sindacali e istituzionali che hanno espresso un notevole interesse per la proposta.
      In particolare è stato significativo il contributo assicurato da esponenti del mondo delle agenzie territoriali.
      Il risultato è un progetto che aspira ad esprimere una cifra significativa in termini di spessore culturale, sociale e scientifico, ma allo stesso tempo credibile e praticabile.
      Un progetto, infine, che possa essere parte integrante di una iniziativa politica più generale mirata al rilancio dei valori dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile che veda nel Sistema delle agenzie per l'ambiente un elemento fondamentale per un efficace sistema dei controlli ambientali.

 

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